É siamo qui al solito alla vigilia delle festività con quel sapore strano in bocca. Ogni anno la cosa si ripete. C’è chi la chiama depressione, c’è chi la chiama malinconia; ognuno da un nome diverso, ma la sensazione è sempre quella.
Eppure è strano: con il passare degli anni ci si dovrebbe abituare a questa cosa. I medici si abituano ai malati, i becchini ai cadaveri, perché io non riesco ad abituarmi a questa cosa ? E credo come me anche tanti altri: almeno voglio sperarlo !! Ci mancherebbe solo che io fossi l’unico a soffrirne.
É strano come la voglia di scrivere questa cosa mi stia ronzando in testa da ieri pomeriggio: un pensiero costante, non invadente, ma sempre li.
É vero che di solito quando qualcosa mi gira costantemente per la testa il modo migliore di capirla è mettermi qui a scrivere, e così eccomi qui, tastiera alla mano cercando di capire cosa quest’anno spinge questa sensazione a tornare a galla. In effetti è un tornare a galla: non credo che in realtà passi mai.
Ma le cosiddette festività paiono un buon motivo per farle tornare in superficie. Quest’anno di cose ne son successe parecchie: dal sistemarmi definitivamente con il lavoro, alla scoperta e gestione di questa rogna delle artrite reumatoide a tante altre piccole cose.
Ma alcune, ciclicamente, tornano a galla: mi domando Andrea che fine ha fatto. Amicizia strana la nostra, a volte intensissima di frequentazione, a volte congelata per anni. Ed effettivamente è un po troppo che non lo sento.
Ma è dura vincere certe impostazioni del proprio carattere: la permalosità è poi forse una delle sfaccettature più dure da gestire. Non dico che non perdono, ma sino ad un chiarimento, che forse non arriverà mai chi lo sa, è dura per me ignorare cosa è successo negli ultimi periodi che ci siamo sentiti. Passi il discorso lavoro, ma sparire così, d’accordo è nel suo stile, ma quanto meno di tanto in tanto si faceva sentire o rivedere.
Fabio: altro mistero strano. Tanto profondo legame dissolto nel nulla. Alcuni motivi li conosco, almeno li immagino, altri no. Anche qui servirebbe una spiegazione. Ma non ci si riesce: quelle poche volte che ci si è visti la facciata ha regnato sovrana.
Sembrava importare più l’apparenza che la sostanza. E non è da lui… almeno non lo era. Che il matrimonio ti abbia cosi profondamente cambiato ? E se non è cosi, cosa ci è successo ?
Giorgio, altro amico di lunga data, forse per convenienza, forse per necessità, ma davvero credi che un sms a natale possa mantenere in vita quello che esisteva ? Resta due soli capi saldi in questa ben più lunga lista di quanto non riportato di amici: la Lucy ed il Luca. Motivi ed interessi vari ci legano da anni, eppure sono le uniche due persone con le quali non ci si azzanna mai, e non è che nessuno dei due sia farina da fare ostie. Eppure c’è sempre un punto di incontro, un motivo che permette di stare sempre bene insieme.
Infine Gilles, infine si fa per dire perché in realtà sta in cima alla lista. MOLTO pazientemente mi sta al fianco da 11 anni ormai. Nei miei alti e nei miei bassi lui è sempre stato li. Sebbene spesso io non gli abbia permesso di condividere le mie preoccupazioni, i miei dolori, lui e un punto fermo sempre presente. Discreto quanto basta a non darmi la sensazione di mancanza d’aria ma costante e soprattutto con una pazienza che farebbe invidia al più famoso Giobbe.
A volte mi sono domandato cosa lo tiene al mio fianco: molti al suo posto nei momenti più buii mi avrebbero mandato a quel paese. E so perfettamente che chi lo ha fatto in passato lo ha fatto a ragion veduta visto il mio carattere tutt’altro che solare in quei momenti !! Ma lui c’era, lui c’è. E questa è sicuramente la base di partenza di tutte le volte che mi sono risollevato. Senza lui, non voglio fare il melodrammatico, ma noi sappiamo che è la verità, sarei probabilmente affondato in certi momenti di questi ultimi 5 anni. Un bastone su cui sorreggermi, una spalla su cui appoggiarmi, un Uomo che ha capito come starmi vicino senza levarmi l’aria.
É difficile spiegare a parole cosa ci lega, ma è qualcosa di sottile, impercettibile come la tela di un ragno, ma potente e possente come la forza di una marea. I nostri silenzi, per quanto possano sembrare strani, sono un legame forte profondo. Insomma che dire, come definire l’Uomo della propria vita ? Non si può a parole, ma credo, e spero, che lui capisca quanto mi sia stato importante averlo a fianco, e quanto lo sia averlo tutt’ora. Anche se delle volte, come stamane, mi fa vagamente girare i cinque minuti.
Peccato che alla fine, ma guarda te tanto per cambiare, in fondo ha ragione lui !!
Tornando al magone natalizio: è si che io sono sempre stato il primo a dire che la mia vita è sempre stata un ripetersi dello stesso modus operandi: compaio, resto quel che basta per poter aiutare e dare una mano e scompaio. Allora perché questa fastidiosa sensazione di … abbandono ?
Non più, come negli anni passati, mi resta indifferente tutto questo: comincia ad essere una fastidiosa sensazione di deja vù. E non mi piace. So perfettamente che il tempo cambia tutti, me compreso, ma se deve farmi più volubile alle percezioni che rendono dolorosa una realtà, non è che mi piaccia poi tanto. Ok lo so dalla vita non si può prendere solo quello che ci pare e fa piacere.
Però sono confuso: non capisco perché mi infastidisca ogni anno di più questa faccenda. Ok, ok sto invecchiando, ma nella mia concezione di invecchiamento era prevista una maggiore saggezza, una capacità migliorata di gestire le delusioni. Sifu che mi hai combinato ? Uno dei tuoi scherzi ? Tu lo sapevi vero ? Già: quando mai ho trovato qualcosa, sulle vicende della vita, che tu non sapessi. Solo che allora probabilmente, per motivi che non scoprirò mai, hai deciso che era una lezione che dovevo imparare da per me.
Bhe a sto imparando evidentemente. Avevi ragione sui cicli della vita, tanto è che mi son ritrovato a 40 prima ed a 45 dopo a ricominciare tutto da zero, ma avevi ragione anche su tante altre cose.
Che dire, passerà natale, passeranno le feste e tutto tornera in una sonnolente quiescenza sino alle prossime feste. Forse per allora avrò capito qualcosa di più, forse no. Ma, come al solito, avevi ragione Sifu: nulla è incomprensibile, si deve solo arrivare al momento giusto in cui la cosa possa e vada compresa.
A chiunque legga questo blog, e nel caso festeggi questi giorni, vanno i miei migliori auguri e la speranza che il prossimo anno porti qualcosa di nuovo alla vita, e qualcosa di nuovo nella comprensione della stessa.
Ciao Joe
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