Oggi, da buon vecchio internauta, mi sono chiesto se fosse possibile leggere Medium.com nel vecchio stile degli RSS. Trovo i feed molto comodi per diverse situazioni, per cui mi son messo a scartabellare, googlare (Dio !!! Quanto odio questo verbo!!!) e sperimentare.
NON ho trovato documentazione a riguardo, ma facendo qualche test, a memoria, su come venivano creati gli indirizzi RSS una volta, sono arrivato a questa conclusione, sperimentata e funzionanate: Continue reading →
Come da titolo!! Stamane, alla fine, son andato a fare la benedetta vista alla commissione patenti; erano settimane che mi dicevo che la cosa non sarebbe finita bene, me la sentivo dentro, e difficilmente quando sento cose del genere ho torto, e così è stato anche stamane!!
Arrivati in orario perfetto, circa le 8.45, siamo scesi nell’area della commissione, ho preso il mio numero, per la coda di attesa, e ci siamo seduti; il cicalino di notifica del passaggio a nuovo utente suona e sul tabellone compare il numero 23: il mio, per cui mi alzo e vado verso la porta alla segreteria, c’è, al solito, un’impiegata seduta ad una scrivania che non ha una sedia per chi deve conferire, della serie “non sei qui per perdere tempo o farmene perdere per cui la sedia a te non serve“, ma sorvoliamo che esistono persone come me che hanno problemi a stare in piedi !!!! Mi chiede il cognome, come al solito quando lo declamo, anche questa impiegata capisce fischi per fiaschi e chiedere conferma: “Turco?”, ed io come sempre la correggo:”No, CURTO” manca solo che le debba fare lo spelling, sapessero manco farlo qui in Italia!!!
Mi fa un sorriso come a dire:”ok, ok” ed entra un tizio, che deduco essere un collega. Lo guarda come per fargli capire che deve dirgli qualcosa di non udibile dalla plebe, ed io, certo di fare la mia porca figura da persona educata, le dico:”ok capito: aspetto fuori” intendendo che mi allontanavo giusto il tempo che le fosse necessario per dire al collega quella cosa che non poteva davanti a me: lei fa un cenno di assenso a mo di:”grazie molto gentile”, ma allo stesso tempo mi chiede gentilmente di aspettare un attimo fuori che mi chiama subito.
Ok esco e torno al mio posto aspettando di essere chiamato appena avesse finito di parlare con il suo collega. Beep, suona il cicalino e scatta il numero 24, passa qualche minuto e di nuovo beep e scatta il numero 25; decisamente infastidito mi alzo e mi affaccio alla segreteria, mentre il signor 25 esce e domando:”scusi ma c’è qualche problema?” L’impiegata affranta mi guarda e con tono di scusa mi dice:”Guardi inutile raccontarle storie: non troviamo la sua cartella.”; comincia a montarmi il nervoso e penso tra me e me:”ecco lo sapevo che oggi finiva male”. L’impiegata pare leggermi il pensiero e si affretta ad aggiunger:”non si preoccupi, comunque lei oggi farà la visita”. Il suo tono è risoluto, di una persona che sa quello dice e che quindi non devo preoccuparmi di alcun che!!
Dopo un po’ mi chiamano: altra impiegata che mi fa strane domande sull’iter della mia pratica:”Lei non ha proprio chiesto un rinvio? Non ha mandato una mail, telefonato o non è venuto qui di persona a chiedere un rinvio ?”: il mio nervosismo continua a salire e comincio a maledire il momento in cui ho deciso di fare la richiesta del rinnovo della patente non, al solito, presentando di persona la richiesta all’ufficio competente, ma utilizzando il sistema informatizzato. L’impiegata però mi assicura che farlo per via telematica, in realtà, è il sistema più sicuro e più veloce per cui ho fatto bene. Sarà, penso io, ma è la prima volta in diversi anni che succede che non trovino la mia cartella !!!!
Alla fine la prima impiegata mi dice di non preoccuparmi ( ancora ??? allora devo iniziare a preoccuparmi davvero!! ) e che a minuti la commissione mi riceverà. In effetti l’impiegata è di parola e dopo 5 minuti nemmeno compare il mio numero di coda sulla riga di chi deve presentarsi alla commissione. Mi appresto alla porta, faccio la persona educata e busso e come mi aspetto la banda cafoni, come chiamo io quelli della commissione patenti, non si degna di rispondere. Non ho voglia di perdere altro tempo, per cui entro pur non ricevendo alcun cenno dall’interno della stanza. Appena entro mi rendo conto che la commissione è diversa dalla solita con cui mi son confrontato sino ad ora, ma ci sta: di solito mi hanno sempre fissato gli appuntamenti intorno le 14, oggi invece era alle 9, magari di mattino c’è una commissione diversa. Unica costante il presidente della commissione: sempre la stesa minuta, insignificante ed antipatica dottoressa.
Un tizio, che poi dedurrò essere un neurologo, mi fa fare un ridicolo test facendomi fare su e giù con il piede tenendo il tallone a terra, per capirci il movimento che si fa quando si accelera o decelera guidando, e tronfio esclama, con la saggezza dei sui scarsi 50 anni e il responso di quel complicatissimo esame:” la mobilità non v’è dubbio che c’è!!” e torna al suo posto: mazza quanto ha lavorato questo stamane, penso io !!
Oltre a quello mi fanno fare l’altro ridicolo esame della vista, dopo avermi chiesto se ci vedo, forse il bastone grigio l’ha messo in difficoltà: non essendo bianco del tutto non era certo che fossi un non vedente!!! Poi iniziano a discutere, al solito facendoti sentire una merda invisibile, su questo e quello e chiedono spiegazioni sul perché non ho prodotto un determinato modello governativo. Sento le scintille che iniziano a salire lungo la spina dorsale e raggiungere il cervelletto: se non tengo il controllo della situazione tra un po’ inizieranno a volare scrivanie e sedie qui dentro!!!
Accenno al fatto che la convocazione parlava di un vago documento che non era chiaro se sarebbe stato prodotto dopo una visita in loco o se dovessi intenderlo come un ordine di provvedere per conto mio. Al che mi ammutolisco e mi isolo: se le scintille raggiungono il cervello superando il cervelletto qui dentro finisce male: ne sono più che certo!!
“Bene, vada ed attenda di la: la chiameranno e le daranno un documento.”; scoprirò poi che, in realtà, avrebbero dovuto dirmi che mi sospendevano la patente sino ottenimento di quel documento a seguito di una visita da un neurologo, sia mai, visto che un neurologo era presente in commissione, la visita la facesse lui vero !!!. Sai, dopo che l’ultima crisi epilettica che ho avuto risale a 40 anni fa, ci vuole un pezzo di carta di un neurologo che non sa chi diavolo io sia, per confermare che sono guarito dall’epilessia giovanile.
Devo proprio incominciare a fare l’italiano medio e non dire più nulla sul mio passato medico: se avessi seguito questa filosofia non sarei qui da 5 anni ad elemosinare il rinnovo della patente, anno per anno.
Comunque alla fine la situazione è questa: patente sospesa, sino a che non avrò fatto la visita da un neurologo che dovrà emettere una vatte la pesca di documento ministeriale. Ottenuto quel pezzo di carta devo contattare di nuovo la banda cafoni, si si la commissione medica patenti, per organizzare altro incontro per concludere l’iter della commissione, e sperare che questo significhi che mi rinnovino la patente per altri 365 miseri giorni.
Il mio medico curante cerca di venirmi incontro fornendomi una richiesta con urgenza entro i 10gg per riuscire a fare questa visita in fretta e tornare ad avere la mia patente, peccato che al CUP, una, devo dire molto gentile impiegata, mi spiega che per disposizioni ministeriali nessuna visita che sia correlata ad una patente o rinnovo di quest’ultima può essere richiesta in condizione di urgenza. Per cui o aspetti i soliti X mesi per la visita o te la fai da privato e paghi di tasca tua se la rivuoi in fretta sta c***o di patente!!!!
Credevo che questo paese non potesse diventare peggio di quanto ormai avevo capito fosse, ma è proprio vero che al peggiorare non c’è mai fine !!!
Mi è gia successo un paio di volte, nel pomeriggio, di portare il cane nell’area cani dedicata, nel nuovo parco Young, e di imbattermi nella stessa situazione: nell’area cani ci trovo due cani senza alcuno con loro, che abbaiano disperati perché viene loro impedito, da una barriera di legno, di raggiungere i loto ‘amati’ conduttori. Uso il termine conduttore perché il senso della parola ‘padrone’ riferito ad un animale mi fa venire il prurito alle mani !!
Allora, non solo i cani sono li abbandonati a loro stessi, ma lo sono con i propri ‘padroni’ a 50metri di distanza che giocano bellamente a calcio sul campo adibito. Già io sopporto poco il calcio, ma vedere quelle due povere bestiole abbandonate a loro stesse in una recinzione, a cui non sono evidentemente abituati con i loro padroni che apparentemente non fanno caso al disagio delle bestiole, perché continuano a giocare, lanciando urli in direzione dei cani affinché la smettano di abbaiare. Dio che fastidio!! Perché non gli tagliamo le corde vocali visto che ci siamo ?!?!?!?
Ahhh no non è vero che non sanno del disagio dei loro cani, perché laddove le povere bestiole scavano per crearsi un varco per poter raggiungere i loro amati conduttori, uno di loro ha ben pensato di piazzare una mattonella cosi il cane non possa scappare nemmeno scavandosi una via di fuga.
E non bastasse, quando raggiungo i giocatori chiedendo cortesemente di recuperare i loro cani per darmi il tempo di farmi entrare con la mia e fargli fare le sue cose, alla domanda “scusate ragazzi, di chi sono i cani” si guardano tutti in faccia l’un l’altro come a dire ” Ahh non saprei non è mio”.
Solo il mio cipiglio e la chiara intenzione di non andarmene finché qualcuno non mi desse risposta ha fatto saltare fuori di due conduttori dei cani che, ammetto scusandosi, vanno a prendere i loro cani, aspettando che io termini con la mia, per poter rinchiudere nuovamente le povere bestiole di nuovo nel recinto e lasciarle li !!!
Nota… le bestiole in questione, mentre io entro nell’area cani con la mia, vengono tenute A MANO per il collare, segno che i ragazzi non hanno dei guinzagli; questo mi fa dedurre che la cosa sia stata programmata e non successa per caso.
La prossima volta che devo fare? Fare un video ? Chiamare i vigili ? Chiamare la protezione animali ?
Io credo che la prossima volta, se succederà ancora, semplicemente aprirò il cancello di legno dell’area cani e li lascerò uscire: e si arrangino i loro conduttori a recuperarli.
Ma dico io !! Se sai che stai andando a giocare una partita, ed il fatto che tutti fossero in gran tenuta con le magliette delle rispettive squadre del cuore e pantaloncini corti dimostra che la partita era organizzata, che diamine ti porti i cani dietro a fare: lasciali a casa a questo punto; almeno non soffriranno a dover stare rinchiusi in un posto che non conoscono con una barriera che impedisce loro di raggiungere i rispettivi conduttori che nonostante il trattamento che gli riservano amano incondizionatamente !!
Ragazzi; un cane NON È un giocattolo!!! È un essere vivente direi piuttosto senziente anche se non è stata mai dimostrata la loro capacita di riconoscere se stessi. Non sono oggetti da portare e piazzare da qualche parte lasciandoli li finché non ce ne ricordiamo e li andiamo a riprendere, o peggio ancora con cui arrabbiarsi perché continuano a piangere ed abbaiare perché non riescono a raggiungere i loro conduttori.
Avete (a naso guardandovi) 20 / 25 anni VERGOGNATEVI a trattare un cane in quel modo !!
Stamattina leggevo le notizie della settimana in giro per la rete, e mi son imbattuto in questa notizia davvero sconcertante. Il pezzo riporta quanto segue:
“…(ANSA) – BOLOGNA, 30 NOV – Una cartella Equitalia da oltre 60mila euro, per il triennio 2005-07: se l’è vista recapitare Tiziana Marrone, vedova di Giuseppe Campaniello, artigiano in crisi che il 28 marzo 2012 si diede fuoco davanti alla Commissione tributaria di Bologna e morì pochi giorni dopo.
Debiti ‘ereditati’ per la comunione dei beni. “Sono senza pietà, io non c’entro niente col lavoro di mio marito. Non ho i soldi per pagare quella cifra, al momento non ho neanche un lavoro”, ha detto…”
Al di la della situazione economica della signora in questo momento, mi domando questo paese in cosa si sia trasformato. Un uomo si suicida perché non ha i soldi per pagare una cartella esattoriale, e dopo questo, la stessa associazione a delinquere, perché per me di questo si tratta quando si parla di Equitalia, si rifù avanti per chiedere il pagamento della stessa cartella? Capisco che la signora era in comunione dei beni con il marito, ma visto cosa il marito ha fatto per non aver potuto affrontare quel pagamento, con quale coraggio l’addetto di Equitalia ripresenta la cartella alla moglie??
Una volta esisteva in questo paese, un senso della decenza per cui una cosa del genere non sarebbe mai accaduta: una volta l’impiegato in questione sarebbe andato dal suo superiore facendo presente l’assurdità nel ripresentare una cartella con quei precedenti. Adesso invece, sembra quasi, che chi di dovere abbia provato un brivido di piacere ad avere un tale potere per le mani; chissà come si sarà sentito l’impiegato di turno, a sapere che stava per innescare una situazione dolorosa di quella portata ad una poveretta già martoriata dal dolore della perdita del marito per una questione meramente di denaro. E non mi si venga a dire che non è colpa di nessuno, che è stato un computer ad avviare in automatico quella nuova richiesta di pagamento, perché non ci crederei nemmeno se lo vedessi con i miei occhi!!
Io mi auguro davvero che qualcuno intervenga in questa situazione, davvero assurda ed amara; che qualcuno si renda conto del male che questa richiesta ha generato, al di la della mera richiesta di un pagamento assurdo.
Quando leggo queste situazioni, sarò bastardo, ma mi auguro di cuore, davvero dal più profondo del mio animo, che una tale situazione capiti a uno dei responsabili di Equitalia: che provino sulla loro pelle cosa vuol dire soffrire per una perdita dalle motivazioni assurde, e per la rabbia di dover affrontare la cecità di una situazione generata quasi sicuramente dalla burocrazia che non guarda in faccia a nessuno: nemmeno, in primis, ad un dirigente della Equitalia!!
JC
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Riporto qui un articolo interessante di un blogger che posta solo via rete TOR che secondo me merita di essere letto:
Leggendo in giro le notizie di oggi, mi domando se davvero i francesi, gli italiani come altri popoli europei, siano convinti che l’NSA non li avessero, e non stiano tutt’ora, spiando.
Cioè davvero, un paese con la mania di controllo come gli USA, credevano avrebbero ignorato i paesi europei? Non posso credere che davvero potessero pensare una cosa simile.
Gli stati uniti di sicuro non hanno alcun motivo di temere le reazioni di un paese come la Francia, l’Italia o la Germania. Hanno dimostrato, negli anni, che di cosa pensano gli altri stati, non gliene frega assolutamente nulla; cosa avrebbe dovuto essere diverso questa volta con PRISM? Quando pensano alla loro sicurezza, tutto il resto non ha importanza, o meglio, a loro parere, qualunque sia la reazione di questi altri paesini non ha importanza. In fin dei conti, dal loro punto di vista, chi sono gli italiani, i francesi ed i tedeschi? Solo paesi satelliti del loro impero, quindi che subiscano e non rompessero le palle!!
A voglia Letta di chiedere spiegazioni al segretario di stato USA, o che il nostro ministro per la privacy, pretenda chiarimenti e assicurazioni che la cosa venga interrotta subito e che non si ripeta; e meno che meno, secondo me, ha importanza la dichiarazione, sempre di oggi, di Obama nella quale afferma che in effetti sarebbe ora che cambino modo si operare verso i paesi “amici„,
Ma dai??? dopo 50 anni di trattamento da sudditi, adesso vorresti cambiare metodologia nel considerare e trattare con l’europa? Beh personalmente non ci credo nemmeno un po’ a queste affermazioni.
Secondo me continueranno ne più ne meno come hanno fatto sino ad ora: continueranno ad accusare Snowden di di amplificare i fatti, e continueranno a spiare chiunque pensino porti loro un vantaggio spiare .
Dunque che fare? Al solito tocca al singolo cercare di rendere all’NSA o al loro omologo britannico, più difficile e complicato farsi gli affari del singolo soggetto.
I mezzi non mancano, ma ahimè la cultura della protezione della nostra privacy si.
Dovrebbe diventare, quasi, uno standard usare darknet per navigare, usare tools come gpg per criptare tutta la nostra corrispondenza, usare mezzi adatti per i contatti immediati (IM) quindi abbandonando mezzi come skype o yahoo messenger per sistemi di contatto immediato a favore di sistemi di chat davvero crittografati dalla nostra tastiera al monitor del nostro corrispondente come Crypto.cat o TorChat o Bitcoin chat.
Come dicevo prima i mezzi non mancano: quello che manca è la cultura. D’altronde gli oppositori dell’uso di comunicazioni, non in chiaro, usano sempre lo stesso argomento: “se non hai nulla da nascondere perché crittografare le tue comunicazioni ??„
Non è questione di aver qualcosa da nascondere, anche se dati come il mio numero di carta di credito o le mie password per l’accesso al mio home banking, se permetti, gradirei che non fossero di pubblico dominio!! É una questione di privacy: i miei dati devono restare solo miei, punto!
Noi che già promuoviamo questo stile di vita abbiamo il compito di “evangelizzare„ gli altri a mio parere: senza essere saccenti, o superiori; ci si deve presentare solo come chi ha maggior esperienza e che, di conseguenza, può insegnare ad altri come proteggersi da PRIMS o qualunque altra schifezza simile.
A dire il vero, per chi bazzica l’IT anche come lavoro questo atteggiamento evangelico andrebbe usato anche con i nostri clienti: le aziende, alla fin fine, sono quelle che più rischiano a livello di spionaggio industriale; per cui, secondo me, son quelli che invece proprio per primi dovrebbero prendere in considerazione questo stile di vita per le comunicazioni anche in ambiente di lavoro.
Pensate inoltre a quale guadagno andrebbero incontro le darknet a livello di risorse, se ogni azienda mettesse a disposizione un proprio computer linux o XP, quindi una macchina anche vecchia e piccola, per aumentare le risorse della darknet stessa.
Parlo di TOR che meglio conosco, un’azienda non dovrebbe certamente essere un exit-relay, ma potrebbe tranquillamente fare da non-exit-relay dando così risorse senza per questo avere i rischi di un exit relay.
Insomma questa cultura dell’auto protezione, dovrebbe prendere piede: e tocca a noi, che siamo del settore, fare in modo che succeda: anche solo con il passa parola si può fare molto, e personalmente è una cosa che già faccio da diversi anni per amici e conoscenti, e da qualche tempo anche verso i miei clienti.
A.G.
Potete trovare altri suoi post qui: sul suo blog: http://wfi2sm5thn4piicq.onion/myblog/ sul suo forum: http://dktjztp3ig7ixcma.onion sul suo social: http://yqkssj5xsekqrgk4.onion
Come potete immaginate dagli URL sono tutti indirizzi raggiungibili dalla rete TOR.
Per chi no sapresse come accedere alla rete TOR trovate qui una guida a prova di novizi.
J.C.
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Oggi, su quasi tutti i giornali quotidiani, si trova in prima pagina la notizia di un ragazzo 14 enne che si è suicidato, pare, perché gay ed incapace di gestire la cosa. Subito è stata avviata una inchiesta perché si teme che il ragazzo sia stato oggetto di bullismo a scuola. E subito si è creato il panico da “coscienza sporca” tra i nostri politici, primis in testa la presidente della camera. Adesso tutti si preoccupano del ritardo cronico per il passaggio alla camera della legge contro l’omofobia, che al suo interno, pare, includa anche dei provvedimenti contro il bullismo collegabile a questo argomento. Ora, mi verrebbe da dire, “ma ai miei tempi queste cose non succedevano”. Di contro mi rispondo pensandoci un attimo ed il perché è piuttosto chiaro: ai miei tempi un ragazzino di 14 anni non sarebbe arrivato a pensarsi giù come un gay, e tanto meno si sarebbe mai sognato di dichiararsi in classe o ad amici o coetanei. Cosa è cambiato da allora quindi? Abbiamo avuto l’emancipazione omosessuale che, per certi versi, ha portato molte buone cose, ma alcune decisamente non buone: chiaramente una di queste è proprio l’autocoscienza di rendersi conto di essere diversi in così giovane età. E non mi si vena a dire che ai tempi questa autocoscienza c’era ma la si soffocava, non c’era proprio! Io a 14 anni credo non pensavo ancora nemmeno al sesso figuriamoci se mi ponevo il problema di che sesso mi sarebbe piaciuto in futuro. Ma ormai la frittata è fatta, ed è di quelle per le quali non si può tornare indietro. Quindi come risolviamo il problema di questi ragazzini che si suicidano per motivi di questo genere? Si parlo al plurale perché sapete bene che questo non è il primo caso e temo, ahimè, che non sarà nemmeno l’ultimo. Chi deve occuparsi di crescere i figli, facendoli affacciare, anche alla loro vita sessuale, senza che, qualunque sia l’orientamento, ne abbiano a soffrire? I genitori? Quelli che in questo paese ancora non sanno parlare di sesso liberamente nemmeno con il/la proprio/a partner? La scuola? Quella che negli ultimi 30 anni non è nemmeno riuscita ad inserire educazione sessuale nel percorso formativo dei nostri ragazzi? Uno psicologo? Che costa a seduta quanto la rata di una macchina nuova, e che comunque viene visto dai genitori stessi come ‘segnalatori’ della presenza di una malattia? Insomma: servirebbero un’insieme di cose per poter evitare che succedano altri episodi del genere, e non credo che la semplice promulgazione di una legge, o di un decreto come sarà ora vista l’improvvisa urgenza, basti a risolvere il problema. Badate bene: per me il problema non è l’omosessualità del/la ragazzo/a, ma come si trovano a viverla; attaccati dai bulli, incapaci di trovare il modo di confrontarsi con i genitori, non parliamo poi di appoggiarsi ad una figura di riferimento religiosa: povero lui se si confessasse da un prete: i rischi sarebbero due!! O il prete in questione lo martirizzerebbe per cercare di ‘farlo tornare etero’, o peggio cercherebbe di approfittare della situazione… ci siamo capiti a cosa mi riferisco vero??? Non serve che stia qui a dettagliare !! Insomma sto ragazzino a chi si può rivolgere? Come ai miei tempi alle riviste, agli amici ed in più, rispetto a noi, ha anche internet. E sai che aiuto !!! Internet in questo caso potrebbe essere di grande aiuto.. ma dico potrebbe perché, in ogni caso andrebbe guidato, accompagnato in una ricerca, anche puramente didattica, sulla questione. Troppo facile per i nostri ragazzetti finire in siti che tutto fanno tranne che aiutarti !! I genitori potrebbero iniziarli all’argomento anche solo per la compressione della diversità già da piccoli. E non ditemi son troppo piccoli a 14 anni: se hanno l’età per suicidarsi, hanno anche l’età per capire la diversità, e nel caso li riguardi, incominciare ad accettarsi e magari aprirsi verso le famiglie. Ma si.. già mi immagino la risposta di certi genitori che conosco con ragazzi di quella età: “Ma dai ti pare che mi metto a parlare di omosessualità con mio figlio?” … e rispondo io perché non dovresti farlo? Facendolo otterresti un risultato in entrambi i casi. Se tuo figlio è etero, imparerà ad accettare chi è diverso da lui perché gli insegnerai che diverso non è; se invece tuo figlio e gay o bsx, capirà che i suoi genitori conoscono la questione e sono in grado di affrontarla. Insomma, le soluzioni, partendo dal nucleo famigliare ci sarebbero, e scusatemi se la scuola non la prendo nemmeno in considerazione: la scuola dipende dallo stato il che vuol dire che aspettare un intervento da chi si fa i fatti propri per rubare quanto più possibile nel proprio mandato, quando non dipende dallo stato, di norma in questo paese, è gestita da preti, dai quali terrei mio figlio lontano miglia e miglia se non altro perché non impari da loro una mentalità di discriminazione e razzismo verso chi è diverso, non intendo di pelle, ma di orientamento sessuale o credo religioso, perché è questo che la chiesa fa se ci pensate un attimo!!! Che altro dire: spero sempre di trovare, un giorno, un genitore che sospettando che il/la proprio/a figlio/a sia gay, mi interpelli chiedendomi consiglio su come affrontare la cosa, invece di fare gli struzzi della serie ‘ahh ma io ho tanti amici gay’, salvo poi evitare come la peste la questione con i propri figli. Vostro/a figlio/a se è gay, non è difettato, rotto o guasto: è solo vostro figlio con la sua vita. Ne più ne meno!!! JC
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Una volta, nel redditometro, negli studi di settore o in strumenti analoghi di accertamento induttivo del reddito, finivano i cavalli e non solo quelli con la coda e le balzane, ma anche quelli che rombavano sotto il cofano di Mercedes, Bmw e Lexus da 100.000 e passa euro. Adesso, oltre ai purosangue e ai cavalli motore, finiscono nel tritacarne dell’Agenzia delle Entrate anche cani, gatti e relative spese veterinarie.
Che tradotto vuol dire che oltre alle mille altre voci, la finanza userà le spese effettuate per i nostri amici a quattro zampe, per verificare se stiamo vivendo al di sopra delle nostre possibilità. Ma quel che mi spaventava più di tutto era un’altra reazione che questa novità avrebbe potuto innescare… ed eccola qui!!
dalla pagina http://www.imolaoggi.it/?p=58016
La Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari ha reso pubblico il caso di un uomo di Cremona, proprietario di un cane, che si è rifiutato di fare applicare il microchip al cucciolo per paura di finire nelle spire dei controlli fiscali dovuti al redditometro. “L’identificazione del cane con microchip è obbligatoria, ma l’Agenzia delle entrate vanifica gli sforzi di osservanza delle leggi di sanità animale.
Ecco, appunto!! Già in questo paese obbligare i proprietari di animali da compagnia ad applicare il microchip era dura, adesso con questa nuova cazzata, molta più gente eviterà di microchippare i propri animali per paura del fisco; e la conseguenza più immediata sarà, sicuramente, un aumento dei casi di abbandono. Se chi non si fa problemi ad abbandonare un cane con il microchip, figuriamoci poi se riesce a non microchipparlo per la paura del fisco quanto ci mette ad abbandonare il cane.
E non parliamo di quelli che adesso cercheranno di disfarsi dell’animale domestico per il solito motivo di non dare all’agenzia delle entrate un motivo per venire a curiosare sulla propria contabilità personale !!
Che poi vorrei capire, dalla presenza di un cane, un gatto, un criceto o un pappagallino cosa l’agenzia delle entrate dovrebbe desumere!!
Quando pensi che hai toccato il fondo come cittadino, lo stato fa di tutto per dimostrarti che non è vero che allo schifo imposto dallo stato non c’è limite !!
JC
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Stamattina, al risveglio, girovagando per i canali di Sky, mi sono imbattuto in un programma titolato Wedding Planner. Seguendo il programma mi son trovato a pensare, se in Italia diventerà mai possibile, se al posto degli sposi del programma ci fossimo stati io ed il mio uomo.
La sensazione è stata piacevole, quasi con un pizzico di melanconia per il fatto al momento, ancora, non sia possibile qui da noi. Ma l’idea dei preparativi, della scelta dell’abito, degli invitati, della scelta della luogo, la scelta dei fiori, delle fedi e così via mi ha messo un po’ di ansia: tante scelte da fare, tante decisioni da prendere. Anche se sicuramente sarebbero condivise con il mio compagno. Chi inviterebbe lui, chi inviterei io?
Insomma problemi che una normale coppia, in fase di preparativi matrimoniali, deve affrontare. Ma a loro differenza, per noi gay italiani, sarebbero una novità assoluta.
Premesso che vedo un nostro eventuale matrimonio, di tipo civile e non religioso, le differenze sarebbero poche in realtà, ma la prima domanda che mi sono posto è stata “ammettendo che da un teorico domani ci si possa sposare tra gay in Italia, chi dei due farebbe la proposta all’altro? Oppure saremmo più tradizionalisti e nonostante la nostra relazione di 17 anni, preferiremmo la versione prima fidanzamento ufficiale e poi matrimonio? “
Probabilmente, vista la mia nota modalità da “non perdiamo tempo”, farei la richiesta io stesso, il giorno prima dell’entrata in vigore di una legge che lo permettesse! Potrei altresì aspettare che fosse lui a farlo per non dargli l’impressione di essere sempre io a prendere l’iniziativa.
Insomma: le possibilità e variabili sarebbero tante, ma alla fin fine, visto che abbiamo una relazione da 17 anni e che conviviamo già da oltre 10, cosa cambierebbe per noi? A parte la cerimonia, le spese che ne deriverebbero, tutto resterebbe esattamente come adesso, almeno a livello di relazione.
Chiaro, a livello legale cambierebbe molto, ma mi domando, dopo aver letto un’articolo su internet dove si diceva che la dove, la legge lo permette, sono meno i matrimoni gay; alla fin fine, avere la possibilità di sposarsi, forse, non è il vero motore che spinge la gente a farlo.
Sentiamo, come LGBT la necessità di poterlo fare, quindi tutti quelli che hanno paura di autorizzare un legame come il matrimonio gay, dovrebbero alla fine considerare che se avessimo la possibilità, come LGBT, non molti alla fine ne approfitterebbero.
Allora ha senso ancora insistere nel cercare di impedire a tutti i costi una legge che permetta l’unione tra persone dello stesso sesso? Credo, alla fine, che su questa questione, valga il motto “voglio ciò che non posso avere”. E se è come la penso io, una volta avuta la possibilità di sposarsi, saremmo in pochi ad approfittarne davvero. Non dimentichiamo che, come motivazione a non farlo, c’è l’altissimo numero di divorzi nelle coppie etero, che hanno decisamente un’esperienza molto più vasta di noi sulla questione matrimonio!!
Insomma alla fine di questa elucubrazione, resto con più dubbi che certezze: l’unica certezza che mi resta, è che io lo farei: ma forse le motivazioni sarebbero più ideologiche che pratiche, e questo potrebbe essere un grave errore; alla fine a pensarci troppo uno, forse, inizia pensarci più che bene prima di fare questo passo.
Quello che mi resta, come curiosità, e come affronterebbero la novità gli appartenenti all’enclave LGBT cattolici a questa questione: mi piacerebbe confrontarmi con uno di loro e sentire come si comporterebbero se potessero sposarsi anche in chiesa.
Alla fine… più dubbi che certezze alla fine di questa mia piccola analisi.
Una notizia sta correndo per internet: social, siti dedicati a temi gay, giornali on line ed mille altri link puntano tutti alla stessa notizia.
Il titolo e quasi sempre lo stesso: “Russian anti-gay bill passes“.
Di cosa si tratta? (Estratto da repubblica.it ma i commenti son gli stessi un po’ ovunque)
“Con una maggioranza pressoché assoluta il Parlamento Russo (precisazione: al momento solo la camera bassa della Duma, ha votato a favore) ha approvato ieri l’estensione a tutto il territorio nazionale di una legge già in vigore a livello regionale a San Pietroburgo, Kaliningrad ed altre grandi città russe: il divieto di propaganda omosessuale.
Da ora in poi sarà dunque reato parlare in pubblico dei diritti, degli amori e delle speranze dei cittadini gay. La definizione, strategicamente un po’ vaga, di “propaganda” darà al giudice la possibilità di punire con pesanti multe (fino a 15mila euro) artisti, attori ma anche comuni cittadini colti ad esprimere un’opinione in pubblico sulla situazione degli omosessuali. Ma soprattutto mettere al bando o vietare preventivamente eventi, manifestazioni, concerti, che possano essere ritenuti a rischio di “propaganda gay”.
Non siamo al famigerato articolo 121, imposto da Stalin nel ’34 e abolito solamente nel ’93, che prevedeva cinque anni di carcere per il reato di omosessualità ma l’evocazione del passato è evidente e pesante.”
Per questo mi domando se Putin stia cercando di emulare in qualche modo quell’altro animale di Stalin. É possibile che l’essere umano non impari mai dai suoi errori e continui a riproporre sempre gli stessi?
Era il 1993 quando hanno abolito la legge di Stalin sull’omosessualità, ed a distanza di 20 anni esatti siamo a punto e a capo?
Ma d’altronde che aspettarsi da un Putin, che di norma evita di sbilanciarsi sulla questione diritti gay salvo poi, quando messo all’angolo sull’argomento, rispondere sempre allo stesso modo:
“La Russia ha un problema demografico, io ho il dovere di occuparmi dei diritti delle coppie che generano prole“
Ehh si, gran problema ha la russia… mica te, vero Stalin?? Ahh no, scusa, Putin ???
Leggendo alcuni articoli su PressEurop ho trovato questo che davvero mi ha fatto venire il fumo agli occhi!!
Il titolo del post corrisponde al titolo dell’articolo in questione che trovate a questo indirizzo.
Ne riporterò solo alcune parti, quelle su cui ho da ridire, ma vi consiglio la lettura completa dell’articolo, per avere un’idea esatta di tutta la faccenda.
“L’Italia paga gli immigrati per andare in Germania”, titola Linkiesta citando le accuse dell’ufficio immigrazione di Amburgo. Le autorità cittadine sostengono di aver arrestato circa 300 immigrati africani in possesso di permessi di soggiorno scaduti emanati in Italia, e chiedono che siano rispediti indietro….”
Così inizia il pezzo che già di per se lascia piuttosto sconcertati, ma sentite il resto:
“Secondo gli immigrati (aggiungo io arrestati e sotto interrogatorio) i funzionari italiani li avrebbero esplicitamente invitati a fare rotta verso la Germania, destinazione prediletta per la maggior parte degli immigrati che entrano nel territorio dell’Ue attraverso i paesi del Mediterraneo. Gli immigrati raccontano che le autorità italiane hanno addirittura pagato una somma fino a 500 euro per convincerli a lasciare il paese….”
Ammesso e non concesso: solo perché siamo “la piattaforma europea da sud più comoda da abbordare” dovremmo tenerceli tutti qui? Quello però che ho trovato piuttosto grave, sempre che sia vero, e questa parte:
“Secondo il sito d’informazioni le autorità italiane hanno ammesso la loro responsabilità e si sono dette pronte ad accogliere nuovamente gli immigrati….”
Ma brave le autorità italiane: non solo abbiamo dato loro 500€ e li abbiamo cortesemente indirizzati verso la Germania, ma adesso dobbiamo riprenderceli, e non ho dubbi conoscendo i tedeschi, che dovremo farlo a spese nostre. Così alla fine abbiamo speso denaro per riceverli in Italia, dato loro dei soldi, spediti, a spese nostre, in Germania ed adesso dobbiamo anche spendere altri soldi per riportarceli qui. Complimenti davvero alle autorità italiane: fulgido esempio di furbizia ed intelligentia a livello europeo!!!
Ovviamente tutti questi soldi, tra andare e tornare, secondo voi da dove arrivano? dalle nostre tasche ovviamente. Contenti ? No ? Beh fa lo stesso: tanto le nostre autorità continueranno a fare questi giochetti sempre a spese nostre!!!
Per inciso: complimenti alla Germania che invece di gestire la cosa, visto che loro “non hanno problemi di lavoro e di soldi” ce li rispediscono con questa motivazione:
“La maggior parte di loro sono stati ammessi con lo status di rifugiati perché erano in fuga dalla guerra civile in Libia del 2011 e dai successivi attacchi xenofobi dopo la caduta di Muammar Gheddafi. Il problema è che in gran parte si tratta di cittadini di paesi considerati democratici come il Ghana, il Togo e la Nigeria, e dunque non hanno diritto in Germania all’asilo concesso a chi fugge dalle violenze“
Complimenti… davvero alla moderna e distaccata dal vecchio modello di Germania.
Joe
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