Backup integrale, anche di un disco di sistema, da remoto in ambiente *nix.

Quando il backup del fornitore ha dei problemi… temporanei!!

Photo by Kevin Horvat on Unsplash


Situazione:

avete la vostra bella macchina VPS hostata da un provider che, normalmente, vi permette di fare il backup, della vostra macchina, sulla loro struttura. Nel mio caso mi permettono di avere sino a due copie di backup in date diverse, volendo.

I backup in questione vengono eseguiti attraverso il più classico dei comandi dd e depositati su una loro struttura NAS interna. Questo sistema è decisamente molto di aiuto quando dovete recuperare la macchina dopo aver fatto qualche disastro che vi rende la macchina viva ma non funzionante o totalmente non bootabile.


Problema:

per qualche motivo il sistema di backup, che è manuale via web page, fornito dal vostro provider, non funziona, e voi avete fatto delle grosse modifiche al vostro sistema. Vi serve fare un backup per evitare di perdere tutto il lavoro fatto, ma non potete fare seguendo la solita procedura via web. Come fare? Continue reading →

WordPress e l’errore sull’ottimizzazione DB


Quando gli aggiornamenti non sono backward compatibili.


Per chi ha un sito WordPress stand alone, la manutenzione dei database è una delle attività che gli competono. Proprio oggi mentre stavo svolgendo questa operazione, sono incappato in una backward compatibility trap.

Praticamente la manutenzione base del db di WordPresse prevede, tra l’altro, la rimozione di tutte le copie dei post creati con le bozze. Ad ogni modifica viene creato un post fantasma, ossia c’è nel db ma non è visibile sul sito. Non avete idea di quanto spazio possono occupare in breve tempo, specialmente se siete di quelli che scrivono i post direttamente in ambiente WordPress, senza creare il post con un tool e pubblicarlo solo quando il post è stato scritto, editato, verificato e confermato.

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Vodafone Station: programmare il silenziamento della suoneria.

Per chi avesse installata la Vodafone Station, hanno da poco aggiunto lo «spegnimento della suoneria» programmabile giorno per giorno, il che aiuta non poco a liberarsi dagli scocciatori: io per esempio che ho un numero fisso solo per le chiamate mediche di emergenza, ho attivato la funzione dalle 18:30 alle 7:30 di tutti i giorni ed ho risolto, ma non tutti hanno questa possibilità per mille motivi diversi.

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Editare file remoti in locale senza spostarli o entrare in una shell.

Logo VIMTastiera dedicata VIM

Per chi abitualmente lavora in ambiente server, succederà molto spesso di dover editare file di testo puro, che sono normalmente file di configurazione di programmi vari, oppure sorgenti di script bash o script Python o sorgenti di programmi C, che sia ansi o C++. Insomma la necessità di dover editare file di testo puro sono innumerevoli. Ci sono diversi editor testuali che si usano in questi casi. Anche perché, di norma, un sistema server, non ha un ambiente grafico, per cui il tutto va fatto in ambiente testuale. Un editor con il quale, chi fa questo genere di lavoro, ha quasi sempre a che fare è vim che di norma è installato per default su tutti gli ambienti server. Esistono anche soluzioni grafiche per vi, come gvim in ambiente GNome oppure MacVim in ambiente oSX. Continue reading →

Sei un blogger ? Ti presento ScirbeFire. (parte seconda)

Ho già scritto un post su ScribeFire, ma in quello descrivevo solo le potenzialità del plugin. Oggi voglio farvi vedere alcune operazioni pratiche sul campo come associare un blog, scorrere i post esistenti caricati all’associazione, modificare un post vecchio e crearne uno nuovo.

Appena installato, ovviamente non sarà presente nessun blog su cui operare per cui iniziamo con il caricamento di uno dei nostri blog al plugin: tutti i comandi, esclusi quelli di edizione sono nel lato sinistro della schermata.

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Leggere Medium.com via RSS

Oggi, da buon vecchio internauta, mi sono chiesto se fosse possibile leggere Medium.com nel vecchio stile degli RSS. Trovo i feed molto comodi per diverse situazioni, per cui mi son messo a scartabellare, googlare (Dio !!! Quanto odio questo verbo!!!) e sperimentare.

NON ho trovato documentazione a riguardo, ma facendo qualche test, a memoria, su come venivano creati gli indirizzi RSS una volta, sono arrivato a questa conclusione, sperimentata e funzionanate: Continue reading →

Dello scrivere e le mappe mentali.

Quando la tecnologia può venirci incontro.


Era un po’ che ci pensavo: usare le mappe mentali può aiutare uno scrittore a produrre meglio? Dopo molto tempo passato a pensarci alla fine ho deciso di provare e vedere che sarebbe successo. Di programmi per la generazione di mappe mentali ce sono a iosa: a pagamento, open source e gratuiti. Io per il solito problema di utilizzo su diverse piattaforme, primariamente Linux e Mac, ma anche occasionalmente windows, ho provato:

  • XMind
  • FreeMind2

Li mi son fermato perché alla fin fine, le funzioni sono praticamente le stesse per tutti. Le uniche differenze che ho notato, che fossero degne di nota, sono le capacità di esportazione/importazione da e verso altri programmi di gestione di mappe mentali. Continue reading →

Ho seguito un utente particolare per diverse settimane: e guardate cosa è successo !!!

Capirete solo se avrete la pazienza di leggere tutto il post.


Era un po’ che ci stavo pensando, ma dopo aver letto questo post, di Shaunta Grimes ero ancora più in dubbio, perché molta gente, quasi per certo, avrebbe pensato ad un post di una (io) persona invidiosa, livida per i suoi risultati etc etc, ma non è così: la mia è solo una valutazione nata da considerazioni originatesi in date molto antecedenti al suo post originale e, devo ammettere sinceramente, rinforzata dal suo ultimo post.

L’idea originale di questo post mi venne, scorrendo i titoli dei post in generale, senza uno schema preciso, come si fa appena arrivati in un ambiente nuovo, ed avevo notato questa cosa, ma mi dissi che sarei stato un folle ad affrontate l’argomento appena iscritto, per cui rimandai la cosa segandomela come da fare; oggi, però, apro Medium e vedo il post di Shaunta Grimes e mi son detto: «Ok, adesso basta: sei iscritto da abbastanza tempo da poter affrontare la questione, per cui tastiera sotto le dita e datti da fare!!!»

Allora il mio cruccio alla fine qual’è? Cruccio nel senso che mi lascia quella sensazione di sottofondo che mi infastidisce, mi disturba, mi fa sentire preso in giro, tanto che se non avessi letto il suo primo post in merito, non avrei letto il secondo: i titoli dei post scritti come ami da pesca a strascico!! Ahh finalmente l’ho scritto !!!

Vedo in Medium, e mi stupisce visto il tipo di sito per cui viene spacciato, ossia un sito per scrittori, sempre più titoli ad esca. Sapete cosa intendo vero ? Titoli come: «I blogged every day for 60 days. Here’s what happened.», oppure più fantasioso titolo del post precedente sullo stesso argomento: «I blogged every day for a month. Here’s what happened.». Chiaramente non è certo solo lei che usa questa tecnica di pesca di boccaloni a strascico: lo fanno in tanti, ma lo scopo?

Cioè fatemi capire questa benedetta Shaunta Grimes che scrive a fare? Solo per sbandierare le statistiche ai quattro venti ?

Se avete letto il suo post precedente avete capito come opera:

  • va su quora.com
  • cerca la domanda più richiesta del giorno / settimana /mese
  • scrive un post su quell’argomento
  • pubblica.

Allora, a parte il fatto che sta donna deve essere un pozzo di scienza: non è mica da tutti scrivere su tutto, e di tutto, con cognizione di causa!!

Trovo il metodo piuttosto squallido comunque: per me fare questo tipo di pubblicazione vuol dire che di tuo non hai nulla da dire, ti devi appoggiare alle domande di altri per avere un argomento su cui generare un post.

Praticamente pubblichi a richiesta: la domanda più in voga ottiene un post.

Poi sinceramente a me che hai vinto un invito, a non so che conferenza, non è che interessi più di tanto.

Voi mi direte, ma se ti sta così antipatica perché la segui ? Infatti non la seguo, è che avevo letto il post precedente ed ho voluto verificare se stava seguendo lo stesso metodo, cosa che ha confermato. Potrebbe essere stato un caso, direte voi… eh no … guadate un po’ il meccanismo dei suoi titoli:

Ora fateci caso: quante volte compare howto nelle sue diverse varianti?

Quale volte compare come prima cosa sul titolo un numero con a seguito il verbo must oppure will ?

Quante volte un titolo termina con Here’s whats happened ?

Ed infine, ma questa possono capirla solo chi è di madre lingua, l’uso dei verbi nella continuous form, quelli che terminano in ing per i profani. Per chi è di madre lingua, è provato, che l’uso della forma ing in un titolo spinge gli anglofoni a sentire un senso si urgenza di andare a leggere cosa è associato a qualcosa in evoluzione immediata.

Insomma questi trucchetti per la pesca a strascico, per attirare frotte di lettori, la conosciamo bene o male tutti noi che si fa blogging da un po’ ormai.

Quel che mi domando e come tanta gente ancora ci caschi.

Prendete l’ultimo post (che guarda caso termina proprio con « Here’s whats happened» ) alla fine cosa c’è dentro il post? Una serie infinta di statistiche, per altro non verificabili, di nuovi lettori, di nuovi followers, di nuovi iscritti alla mailinglist. A dire il vero tutte cose già scritte e ripetute in suoi precedenti post. Per cui non solo pesca a strascico, ma ti rifila pure il il piatto del giorno prima !!!

Ripeto: io contro Shaunta Grimes non ho assolutamente nulla, a parte il fastidio nel vederle usare un sistema da marketing puro per una tipologia di contenuti, in un posto dove proprio non dovrebbe ossia su Medium.com.

Lei, comunque, è solo uno dei casi… fate una ricerca per HowTo oppure How To e poi scorrete la lista delle cose scritte da chi usa questi metodi: vi comparirà, come risultato, che molto spesso è una parola/frase che compare nel 90% dei loro titoli di post.

Ribadisco certi trucchetti li conosciamo tutti, ma credo davvero che in medium.com non ce ne sia di bisogno!!! Specialmente quando al titolo roboante non segue un contenuto che valga la pena di essere letto !!!

Ahhh e scusatemi per il titolo del post 🙂 Chiaramente è uno sfottò nei confronti di chi, qui dentro, fa marketing invece che produrre materiale interessante da leggere!!

Ed adesso forza… caricatemi di m***a 🙂

A proposito del blocco di Amazon S3: il cloud scofitto dall’errore umano.

A dire il vero nessuno, e tu si proprio tu hai detto che ti sta bene!!

Stavo leggendo questo post, ed i suoi divertentissimi commenti, tocca spallarsi un po’ a leggere tre pagine di discussione solite tra chi dice qualcosa di sensato e chi trolla per il gusto di farlo.

Però un problema c’è in effetti: la mancata responsabilità, che noi accettiamo quando mettiamo la famosa spunta sulla voce Accetto le condizioni d’uso che l’azienda ci impone.

Il 99,9% degli utenti che usano questi servizi, non leggono fino in fondo le famose condizioni che sono accettate, con quel veloce gesto di applicare una spunta. Lo facessero saprebbero che in caso di malfunzionamento non potrebbero rivalersi su niente e nessuno!! E quando, immancabilmente, avviene il disastro, tutti a gridare allo scandalo!!

Uno scandalo potremmo dire esiste: il fatto che orami molte piattaforme, inclusa Amazon, abbiano on line dati di applicazioni, siti interi eccetera eccetera, creano grossi scompigli quando fanno i danni, per errore umano, in questo caso pure conclamato. Perché non devono risponderne? Solo perché hai accettato bovinamente questo tipo di situazione? Direi di si. Se vuoi evitare di trovarti con le brache calate hai due sole soluzioni:

  1. Affidarti ad un servizio a pagamento, che nel proprio contratto abbia delle penali da pagare in caso di mancata erogazione del servizio.
  2. Installarti un tuo cloud privato ed utilizzarlo per quello che ti serve.

Nel primo caso direi cadono tutti quelli che hanno necessità operative imposte, vedi certi tipi di aziende che hanno per normativa l’obbligo della gestione del Disaster-Recovery: o ti appoggi a chi ha le strutture necessarie certificate, tipo ISO, o il Disaster-Recovery non viene considerato valido come normativa, sto parlando dell’Italia ovviamente.

Nel secondo caso le possibilità sono diverse, e tutte economicamente accettabili, tipo:

  • Un vecchio pc con installato uno dei tanti sistemi di Cloud privato come OwnCloud, o NextCloud. Sono soluzioni facili da implementare, e comode sia in versione domestica, ossia a casa vostra dietro il modem, o su una qualsiasi macchina su internet se prevedete terremoti, incendi, alluvioni o quant’altro possa distruggervi casa!! Chiaro la seconda ha un costo aggiuntivo, ma nulla di che.
  • Se dobbiamo salvare solo dei dati, diciamo sino a 50GB, sono la pezzatura massima per il servizio gratuito fornito da Mega & Co, ma esistono servizi con tagli più piccoli a vostra scelta come Dropbox, One Drive, GoogleDrive, i servizi citati di sincronia dati possono risultare una gran bella comodità. Costo zero, unica necessità una connessione internet al primo avvio e poi, una volta ogni tanto per sincronizzare i dati locali con quelli remoti.

C’è da ricordare una cosa però nell’usare i servizi di sincronia su internet appena citati: i dati non sono più solo su macchine vostre. Questa cosa dovete tenerla a mente. Escluso Mega, i dati sui server sono leggibili dai fornitori del servizio, quindi sappiate che potrebbero, anche se giurano che non lo faranno mai, farsi gli affari vostri. Pensate a Google ed il suo GoogleDrive: credete davvero che sia un caso che voi ci mettete dati con delle ricerche che avete fatto ed iniziano a piovere pubblicità simili in casella di posta?

Per Mega la cosa è un tantino diversa in quanto i dati sono crittografati con una chiave assegnata solo a voi, a tal proposito se usate Mega ricordatevi di scaricarvi la vostra chiave e metterla da parte come vi viene consigliato!

Questo comporta che i dati sono in chiaro solo una volta trasferiti verso di voi; quando invece viaggiano verso i server di Mega e sono stoccati li, lo sono in stati crittografati e quindi illeggibili da chicchessia. 

Io per si e per no, periodicamente genero una chiave nuova: se proprio vogliono provarci a decodificarli allora che ci sudino!!

Se comunque avete dei dati, che volete essere sicuri non essere letti da nessuno, esistono tonnellate di programmi per la codifica di singoli file. Usando uno di questi siete certi che quello specifico file e protetto da voi e quindi sarà al sicuro.

Personalmente per i singoli file uso i tool di GPG a dire il vero li uso per molto altro compreso la crittografia della posta ed altro cosette.

Se ho intere cartelle allora preferisco crearmi un contenitore protetto con VeraCrypt, successore dell’ormai defunto, ma tutt’ora funzionante, TrueCrypt e metterlo poi in sincronia sul mio servizio Cloud preferito.

Insomma alla fin fine, vedete che si può usare un sistema di backup/sincronia per usi anche non professionali che dia un minimo di sicurezza sul funzionamento; e non è detto che si debbano spendere cifre enormi per farlo!!

As usual… #ConsiderazioniPersonali